Comunicazione Non Verbale

14.11.2013 17:54

Nel linguaggio del corpo i gesti e le posizioni fatte con braccia e gambe, fanno parte della forma prossemica della comunicazione non verbale cioè, del rapporto dell’uomo con lo spazio che ha intorno.

      

L’uomo, ha in sé l’istinto del territorio, è qualcosa che gli da forza, sicurezza, intimità, stabilità. Vi sarà di sicuro capitato direttamente o indirettamente di scrivere o incidere il vostro nome su un albero, una scrivania scolastica, un muro, si tratta del bisogno di marcare il nostro territorio. Per quanto il senso civile insegnatoci va contro questo principio, il senso di possesso è sicuramente superiore, in quanto innato.

È il motivo per il quale, un direttore che lavora da 20 anni nella stessa azienda con gli stessi dipendenti, mette la targhetta con il proprio nome sulla porta del suo ufficio; per lo stesso motivo, l’adolescente mette sulla porta della propria camera un poster, il proprio nome, o un cartello con il divieto d’accesso.

Pensate al dirigente di una grossa azienda che ha un appartamento nel luogo dove fa le trasferte, non si tratta solo di comodità, è un modo per sentirsi a casa, più forte, sicuro; per lo stesso motivo una squadra di calcio, è più forte in casa che in trasferta; oppure l’adolescente che si rintana nella propria camera dopo un litigio con i genitori.

Prendete per esempio i senzatetto, scelgono sempre le stesse panchine, o i terremotati che provano disagio in quanto non hanno più la loro casa. Il senso di avere un territorio, di marcarlo in quanto nostro, di mostrarlo o meno agli altri, è un istinto dell’uomo. Il nostro “rifugio sicuro” nel quale ci sentiamo protetti, sicuri, insomma, a casa nostra.

Il rapporto tra l’uomo e lo spazio è quindi un bisogno che si può mostrare a livello conscio (un muretto di cemento intorno al giardino di casa nostra) o inconscio, utilizzando per esempio gambe e braccia.

Possiamo identificare quattro posizioni distinte utilizzando gambe e braccia:

  1. Braccia aperte e gambe divaricate
  2. Braccia chiuse e gambe incrociate
  3. Braccia aperte e gambe incrociate
  4. Braccia chiuse e gambe divaricate

 

Partiamo analizzando le gambe divaricate o incrociate aggiungendo solo in seguito le braccia.

In posizione eretta, la posizione delle gambe divaricate, ricorda analogicamente, la posizione con cui l’uomo fa pipì. È una posizione applicabile, in data situazione, quindi solo da un uomo. Ci sono donne che si mettono in tale posizione per comunicare, marcando una situazione di parità tra i due sessi. L’uomo che comunica in questa posizione invece, marca il suo essere uomo agli altri. In entrambi i casi siamo di fronte a due individui, uomo o donna, dominanti.

Le gambe possono assumere anche una posizione chiusa. In questo caso si tratta di una posizione tipicamente femminile perché stando eretti con le gambe chiuse o vicine, la donna mette in evidenza le curve. Accavallare le gambe, per la donna può diventare un messaggio di corteggiamento, in quanto mette in evidenza le sue forme. Diverso è il discorso per l’uomo, tale posizione può essere solo di comodità, identificare una situazione dove non si è a proprio agio, oppure ci troviamo di fronte ad un individuo insicuro che, acquisisce una posizione di “chiusura”.

I movimenti di gambe e braccia sono però da vedere nel complesso, in quanto molto spesso, si posizionano contemporaneamente nell’assumere una posizione.

 1. Braccia aperte e gambe divaricate

 Posizione assunta tipicamente dai leader, dagli individui forti, dominanti. È una posizione di sicurezza in quanto tiene scoperte due parti del corpo estremamente vulnerabili: i genitali e le ascelle. In questa posizione occupiamo maggior spazio di quanto ne occuperemmo tenendo gambe e braccia chiuse, di conseguenza a chi assume questa posizione viene attribuita un’ampia dimensione psicologica.  Questo avviene perché la mente codifica un individuo in base allo spazio che occupa. Vi basti pensare per esempio ad un mezzo pubblico, dove un individuo che non vuole esser notato, assume una posizione rannicchiata, al contrario la vostra attenzione ricadrà invece sull’individuo che occupa maggior spazio.

2. Braccia chiuse e gambe incrociate

Questa è una posizione definita di chiusura o di difesa, il corpo occupa il minor spazio possibile, si è meno visibili agli altri. Può identificare insicurezza da parte di chi l’assume. Si può assumere tale posizione anche solo per un fattore di comodità. Per capirlo esistono diversi espedienti, ma il più facile è osservare lo sguardo: chi non vuol esser notato o è semplicemente insicuro, di solito guarda in basso per non incrociare lo sguardo altrui.

 3. Braccia aperte e gambe incrociate

Questa posizione è una variabile delle due viste in precedenza, chi assume questa posizione di solito ha una personalità forte, ma potrebbe non sentirsi a proprio agio in un determinato contesto e quindi tale stato viene manifestato da braccia aperte e gambe chiuse. Non dimenticate che anche in questo caso tale posizione può esser motivata dalla comodità dell’individuo ad assumere tale posizione.

4. Braccia chiuse e gambe divaricate

Come per la posizione precedente. Di solito chi assume queste posizioni potrebbe anche solo voler mostrare agli altri la sua sicurezza mascherando quindi la propria realtà. Esiste quindi totale sicurezza, una sicurezza celata, diminuita da un dato contesto, una falsa sicurezza, e una totale insicurezza.